mercoledì 26 ottobre 2011

Videogiochi sì o videogiochi no?

Argomento tanto caro quanto ormai dibattuto... Videogiochi sì, videogiochi no? Questo il quesito che, spesso, anch'io, in quanto "esperta", mi sento porre da genitori ed insegnati, preoccupati dall' effetto che possono avere sui bambini e ragazzi. Ma, come in tutte le cose, dobbiamo distinguere: non tutti i videogiochi sono dannosi, alcuni possono addirittura essere utili, se non abusati. Credo sia questa la linea che segna il confine: l' uso e non l' abuso. Ogni cosa se usata senza limiti, senza confini può diventare potenzialmente dannosa, specialmente con i bambini. 
La passione che i videogiochi suscitano nei bambini è del tutto giustificata. I videogiochi attuali propongono una messa in scena di se stessi che stimola l' immedesimazione del bambino nella storia presentata dal videogame. Oggi più di ieri gli avatar, o immagini di personaggi virtuali, che possono essere addirittura creati ad immagine e somiglianza di chi li utilizza, non può che rendere maggiormente agevole questo passaggio. I videogiochi danno a questi ragazzi la possibilità di vivere delle emozioni attraverso un personaggio che non sono loro. E questo, sotto certi punti di vista, può essere addirittura catartico, specialmente in un passaggio difficile, quale quello dell'adolescenza. 
Ma i videogiochi più dibattuti, a anche i più ricercati, specialmente da adolescenti e pre-adolescenti, sono quelli di combattimento.La qualità grafica di alcuni videogiochi appare troppo cruda e realista, ma rimane pur sempre una violenza grafica. 
Esistono posizioni contrapposte anche tra esperti. Infatti alcuni professionisti declarano che comunque da sempre i bambini hanno giocato e giocano ai giochi di guerra e combattimento. A parere dello psichiatra Serge Tisseron, "è un mezzo attraverso cui placare il grande mistero che circonda la morte". Un punto di vista condiviso anche da Michael Stora, psicologo clinico, che sostiene: "La guerra è anche un modo per mettere in scena le situazioni di frustrazione e di aggressività vissute durante la giornata". L' aspetto legato alla violenza non sarebbe comunque da sottovalutare, del resto anche le etichette dei più svariati videogiochi riportano dei limiti d' età, per cui alcuni videogiochi rimangano ad uso esclusivo degli adulti.  
Altri studiosi, invece, dichiarano che i videogiochi violenti desensibilizzano il cervello alle immagini 'crude' e inducono comportamenti aggressivi: a sostenerlo è una ricerca americana della University of Missouri condotta da Bruce Bartholow che spiega perché l'uso di alcuni videogames possa stimolare atteggiamenti di questo tipo. Secondo tale ricerca il cervello di chi usa abitualmente videogiochi violenti si "abituerebbe" alla violenza, diventando anche più propenso a compierla. Questi videogiochi - spiega Bartholow - influenzano e incoraggiano la partecipazione attiva alla violenza più di qualsiasi altro mezzo. Nonostante alcuni di essi siano anche strumenti didattici, purtroppo nei più popolari a primeggiare è la violenza”.
Quindi quando possiamo dire che i videogiochi siano davvero dannosi per i bambini e i ragazzi? Prima parlavo di abuso. Come quantificarlo? Gli studi dimostrano che i giocatori di età compresa tra i 16 e i 19 anni sono quelli che consumano i videogiochi con maggiore intensità, dedicandovi più di un'ora al giorno, almeno per il 34% di loro. I giochi possono diventare pericolosi per l'equilibrio del bambino quando contribuiscono a incrinare le relazioni sociali o a compromettere il rendimento scolastico. Non esiste una durata standard, quindi a cui riferirsi, sta ai genitori il compito di porre dei limiti che ritengono giusti. 
E anche per quanto riguarda la confusione tra reale e virtuale i toni verrebbero smorzati se si pensa che il bambino basa i suoi apprendimenti sulla capacità di "fare come se". Un bambino che non presenta particolari problemi di personalità non correrebbe il rischio di passaggi all' atto e non si creerebbe una confusione con il virtuale. Coloro che oltrepassano il limite sono ragazzi che presentano già problemi di personalità, per i quali il videogioco non si limiterebbe ad essere un passatempo importante.
Tornando al quesito iniziale: videogiochi sì o videogiochi no?
A voi l' ardua sentenza!! Aspetto vostre importanti riflessioni!







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